Elisabetta Polignano, l'intervista nel suo atelier di abiti da sposa di alta moda

Intervista a cuore aperto a Elisabetta Polignano 

I progetti, i sogni e la visione artistica di una maestra del bridal Made in Italy

A guidarmi ed ispirarmi sono le emozioni che mi regalano le spose. Perché un lavoro che è anche un sogno è pura meraviglia

Elisabetta Polignano incarna l’essenza dell’eccellenza e della creatività nella moda sposa Made in Italy. Ogni sua creazione è un sogno che prende forma attraverso tessuti pregiati e dettagli raffinati.

In questa intervista, Elisabetta ci ha aperto le porte del suo mondo, rivelando non solo i segreti dietro le sue creazioni, ma anche la passione che infonde in ogni singolo modello da lei ideato. Ogni suo abito racconta una storia, quella di una donna libera di essere sé stessa, di esprimere la propria personalità e bellezza in modo autentico. Le sue parole sono un inno alla femminilità e alla forza delle donne, un invito a sognare e a credere nella magia del proprio giorno speciale.

E, prima di lasciarvi alla lettura dell’intervista, noi di Lovenozze non possiamo fare altro che sposare l’invito a credere nei sogni. Perché, lo sanno tutti, “Nulla accade prima di un sogno”.

Elisabetta Polignano, l'intervista nel suo atelier di abiti da sposa di alta moda

L’intervista a Elisabetta Polignano

La prima curiosità nasce da una dichiarazione letta sul web in cui definisci la creazione dei tuoi abiti come atto d’amore.

Il mio viaggio nella moda è iniziato con un sogno: creare abiti che non solo vestissero le spose, ma che raccontassero la loro storia. Quando vesto la sposa, vado oltre l’estetica: non ne vesto la fisicità, ma la personalità. E’ questo l’atto d’amore: andare oltre l’immagine, vestire l’essenza della persona che hai di fronte. Io vesto la donna che rifugge dalla omologazione, la donna libera, che va oltre i canoni e tira fuori la sua personalità.

Hai un abito in particolare che ti rappresenta o che senti molto come tua espressione?

Non ho un abito del quale sono più innamorata in assoluto, perché ogni abito fa parte di me ed è parte della mia anima. Non conta l’abito ma l’emozione che provo ogni volta che vesto una mia sposa. Con le mie spose ho un rapporto molto bello, diventiamo amiche. Forse sono l’amica più intima nel giorno del matrimonio, sono l’amica di cui fidarsi, quella che consiglia schiettamente ma sa rispettare. Quella che alla fine saluti fra lacrime di commozione.

A guidarmi ed ispirarmi sono proprio le emozioni che mi regalano le spose. È una vita piena di emozioni, ed io continuerò a lavorare finché il lavoro mi regala emozioni. Perché un lavoro che è anche un sogno è pura meraviglia.

Durante la Milano Bridal Week abbiamo ammirato dal vivo la presentazione della nuova collezione 2025 ispirata a Jane Birkin come manifesto dell’emancipazione femminile. Ci racconti da cosa nasce questa ispirazione?

La collezione Jane 2025 è pensata per la donna libera, emancipata, che non può essere accantonata o messa da parte. Jane Birkin era così: libera, informale, dominante, senza etichette. Le bastava indossare t-shirt, scarpe basse e pantaloni per piacersi e piacere a tutti. I miei abiti sono ispirati a lei, al suo look. Ho reinterpretato la moda degli anni 70 utilizzando gonne godet, cappe ricamate e dettagli bohemien. Insieme agli abiti ho progettato anche la Jane Bag ispirata all’iconico cestino in vimini che lei utilizzava spesso. Dalla collaborazione con l’azienda di accessori di lusso Pescepazzo di Taormina è nata una reinterpretazione in chiave contemporanea della borsa che viene intrecciata a mano e rivestita di taffetà di seta con dettagli come piume di struzzo e applicazioni floreali.

Come nasce l’abito Elisabetta Polignano?

Non è semplice descrivere il processo creativo, perché è un’intuizione che ti viene da dentro. Nasce dal contatto diretto con le spose che seguo personalmente nel mio atelier. E poi traggo ispirazione dai viaggi, osservo quello che c’è intorno, e la magia viene fuori, non so descrivere bene come. A volte è un disegno, altre volte mi innamoro di un tessuto, o faccio realizzare un tessuto ad hoc perché al momento sento che è quello giusto.

I tessuti per me sono importanti. Solo sete pregiate e ricami fatti a mano perché la manualità è la chiave dell’unicità.

Utilizzo spesso tessuti d’ispirazione romantica come mikado, organza di seta e georgette, ma non mi dispiace assolutamente giocare con i tessuti più alternativi e naturali come la canapa, il lino, il cotone, che prendo “in prestito” dal pret-à-porter e dall’alta moda.

Anche perché sta cambiando l’impostazione dei matrimoni e anche il modo di essere delle spose: c’è sempre la sposa romantica che ama l’abito importante ed esagerato, anche se i miei abiti non perdono mai di vista l’equilibrio. Ma è sempre più diffusa la tendenza ai matrimoni civili, in campagna, al mare. E’ bello, quindi, giocare con tessuti diversi per rispondere ad esigenze diverse. Tessuti naturali pensati anche per la lavorazione artigianale: dal taglio alla confezione, senza sprechi, con un occhio particolare per la sostenibilità.

Da dove è partito l’innamoramento per il tuo lavoro? Cosa ti ha portata a diventare una couturier?

Arrivo da Putignano, dalla Puglia, la terra madre degli abiti da sposa, dove a realizzare gli abiti da sposa erano spesso donne che cucivano in casa, ed erano tutte sarte più o meno brave. Notavo che c’erano delle ricamatrici bravissime, ed io era attratta da loro, dalla loro abilità manuale e dalla capacità di disegnare trame sempre diverse.

Il mio sogno nasce da quest’arte nobile, e verso i 13 anni ho iniziato a definire il mio percorso, con la consapevolezza che con le mani si riesce a creare bellezza.

Non è stato semplice, ma sono riuscita a concretizzare quello che è stato il mio sogno. Dalla Puglia mi sono trasferita a Milano dove ho iniziato a studiare, e dove ho deciso di fermarmi. Milano, la capitale della moda, era il luogo ideale per chi come me coltivava il sogno di veder riconosciuta la propria arte in tutto il mondo. E così è stato.

E il prossimo sogno da realizzare?

Quello di riuscire a riportare ancora una volta il nostro Paese al centro del mondo per la moda, l’arte e la cultura. Vorrei contribuire a fare questo, a riprenderci il nostro primato. Per questo ho inserito in azienda giovani allieve, molto attente, che hanno il mio stesso sogno. Io mi auguro di riuscire a trasmettere a loro quello che io ho imparato in 40 anni. Oggi tutte vogliono fare le influencer, invece la sartorialità è qualcosa che non ha eguali, quello che tiri fuori dalle mani è pura magia.

A proposito di sartorialità, sei d’accordo che il matrimonio italiano sia autentica espressione del Made in Italy?

Il matrimonio italiano è una sintesi di eleganza, bellezza, ricerca e cura del dettaglio. Le parole chiave sono ricerca, manualità, passione, fantasia, qualità, autenticità. È una forma d’arte tipicamente italiana, insita nel nostro DNA.

Con le mani, noi italiani riusciamo a creare magie. Siamo bravi ad inventare e non a copiare. Dobbiamo riappropriarci di ciò che meglio ci rappresenta: la bellezza, in ogni sua forma. Io sono ottimista ed entusiasta di ciò che ci riserva il futuro. Voglio continuare a innovare, a sostenere il Made in Italy ed a creare abiti che raccontino storie d’amore.

In un’epoca di fast fashion spesso declinato anche sugli abiti da sposa, Elisabetta si distingue per la sua capacità di creare collezioni che raccontano storie ed emozioni. La sua visione artistica non è solo un’espressione personale, ma un invito a riflettere sulla bellezza, sulla diversità e sull’identità, elementi fondamentali in un mondo che spesso dimentica il valore del “fatto a mano”.

L’intervista si chiude con un sorriso ed un abbraccio fra Elisabetta Polignano e Dario Mongioy, direttore generale dell’azienda e suo compagno di vita.

Questa giornata ci ha regalato anche le emozioni degli sguardi e delle attenzioni che sanno riservarsi reciprocamente. Una sensibilità che forse è uno degli ingredienti segreti di Elisabetta Polignano.

Perché non puoi raccontare l’amore attraverso gli abiti da sposa, se il tuo cuore non è attraversato dall’amore.

Intervista emozionale Lovenozze a cura di Antonio Marzano

Credits:
Fotografia: Wolf Movies
Hair & Make-UP: MD Arte Make-Up
Progetto: Invitata con Stile con Giovanna Damonte

Informazioni: www.elisabettapolignano.com